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Il sud del vino è sempre ricco di sorprese

Se immagini di prendere un piccolo fuoristrada e decidi di attraversare colline, montagne e vulcani, di certo puoi scoprire aree geografiche e un mondo di vitigni e vini incredibili.

Oggi ti porto con me sul Vulture, in Basilicata, vieni con me.

L’Aglianico del Vulture è un antico vitigno rosso originario della Grecia. Deve infatti il suo nome al termine Elleanico (che proviene dalla Grecia), che durante il governo aragonese subì delle variazioni di pronuncia che nel tempo hanno portato appellativo odierno.

La sua culla è sicuramente la zona del Vulture, in Basilicata, nella provincia di Potenza. Il Monte Vulture (1326 m.s.l.m) è un antico vulcano inattivo e sulle sue pendici l’Aglianico ha trovato una condizione pedoclimatica perfetta.

L’Aglianico del Vulture è un vitigno dal grappolo piccolo, con acini di un intensissimo colore blu-nero, che predilige i terreni vulcanici di alta e media collina. Inoltre teme il grande caldo e le gelate autunnali.

L’habitat della Basilicata, dunque, è il migliore in assoluto per questo vitigno.

La  diffusione dell’Aglianico in vaste aree del sud-Italia lo ha dotato di una grande capacità di adattamento alla zona di coltivazione e a dare vita ad almeno due distinte varietà: l’Aglianico propriamente detto – coltivato soprattutto a Taurasi in Campania – e l’Aglianico del Vulture – diffuso in Basilicata.

Dal vitigno Aglianico del Vulture si ottiene un vino colore rosso rubino intenso tendente al granato.

In bocca risulta gradevolmente tannico, sapido e guadagna persistenza ed equilibrio con qualche anno sulle spalle.

La struttura dei vini affinati in legno si adatta ad essere abbinata a selvaggina e carni speziate.

Ne ho assaggiati veramente tanti, e devo dirti onestamente che non è un caso se viene definito “il Barolo del Sud”.

Elegante, potente, pieno di alcool e glicerina, con tannini nobili e adatto all’invecchiamento.

È un vino con delle potenzialità altissime e devi averne almeno 3 o 4 nella tua cantina.

Enjoy

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