Siete pronti ad assaporare l’ultimo quarto del vulcano?
La zona di produzione a sud-ovest forse è la meno conosciuta, anche per questo custodisce un fascino ancora nascosto fatto di vegetazione, fauna e panorami estasianti, dove ancora è possibile incontrare il gatto selvatico, l’istrice, il falco pellegrino e l’aquila reale, passeggiando in boschi di querce e castagni. A detta di molti esperti questo versante è tra i più pregiati dell’areale etneo, i vigneti ancorati al terreno nero e sabbioso dei terrazzamenti in pietra lavica, sono allevati ad alberello e a cordone speronato e il ciclo produttivo è orientato all’alta qualità.
Proprio qua, in questa regione vitivinicola molto antica ma rivalutata soltanto di recente, che sta fornendo grandi sorprese e sicuramente ha ancora tanto da mostrarci, possiamo inoltrarci nei valori della tradizione.
Il clima e il territorio
L’elevata altitudine, l’esposizione costante al sole e la fertilità dei terreni sabbiosi di origine lavica, hanno permesso la nascita di vini dai connotati sempre più decisi.
Versante con notevolissima escursione termica, vista la distanza dal mare, specialmente alle quote più alte, che qui possono superare i 1.000 metri. Meno piovoso di altri territori dell’Etna DOC e battuto da venti più caldi, questo territorio gode di grande intensità di luce e di una esposizione ai raggi solari molto lunga.
Eccellenti le condizioni pedoclimatiche per la coltivazione del Nerello Cappuccio e del Carricante, molto diffuso così come il Nerello Mascalese, che da origine a vini con colori meno scarichi, profumi pungenti e spiccati ed un profilo più rustico, con tannini ben presenti. Se è un Nerello maturo, si ammorbidisce e diventa più dolce, talvolta il tannino può essere più graffiante.
Bianco, Rosso o Rosato?
Non hai bisogno di scegliere, ogni sfumatura di colore qui ha il suo perché, il territorio esprime nel vino la sua massima potenzialità.
Le viti baciate dal sole del versante sud/sud-ovest dell’Etna, che si trovano in Contrada Cavaliere nel territorio di Santa Maria di Licodia o Contrada monte Gorna, uno dei tanti conetti vulcanici spenti che circondano il borgo di Trecastagni e ancora nella zona di Biancavilla, qui le uve sono più calde e ricche, per via della continua esposizione ai raggi solari.
Si coltivano i vitigni autoctoni a bacca rossa di Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, ed a bacca bianca di Carricante e Catarratto, quindi ti potrai sbizzarrire nell’assaggio.
Siamo giunti alla fine del nostro itinerario alle pendici dell’Etna, con qualche nozione in più su questo splendido angolo di Sicilia.
Scopri le Wine Experience dedicate al territorio!
Enjoy