Hai mai sentito parlare di vino marino?
Oggi ti racconto una storia che ha il profumo del vino e il sapore del mare.
Dobbiamo andare un po’ in dietro nel tempo, circa 2500 anni fa, sull’isola di Chio si produceva un vino molto rinomato in tutto il Mediterraneo. Considerato un vino dolce e alcolico, come molti altri vini prodotti sulle isole del mar Egeo, Samos, Lesbo e Thaso, che facevano parte di un’èlite di vini greci, commercializzati come prodotti di lusso. Il vino prodotto a Chio però aveva una particolarità, che gli altri vini non possedevano, un segreto custodito gelosamente per renderlo unico ed inimitabile.
L’immersionedelle uve in mare
I produttori di Chio inventarono una tecnica di lavorazione delle uve, per conservare il vino in maniera naturale e intensificare l’aromaticità. Le uve venivano immerse in mare, in delle ceste di vimini a 10 metri di profondità per diversi giorni, questo permetteva al sale marino durante i giorni di immersione per “osmosi” di penetrare all’interno dell’acino, senza danneggiarlo.
Questo processo riduceva il tempo di appassimento e per effetto antiossidante del sale prolungava la durata del vino. Dopo l’appassimento, gli acini venivano pigiati, diraspati e inseriti nelle anfore di terracotta. Il risultato un vino riconoscibile per la sua sapidità e tanto richiesto che gli i produttori dovettero trovare un espediente per evitare la contraffazione. L’anfora chiota, dal particolare design che veniva marchiata da uno timbro, lo stesso usato per il conio delle monete.
La produzione sull’isola dell’Elba
Antonio Arrighi produttore vinicolo ha scommesso su questa tecnica in collaborazione con il Prof. Attilio Scienza hanno ordinario di Viticoltura dell’Università di Milano, e le Prof.sse Angela Zinnai e Francesca Venturi del corso di Viticoltura dell’Università di Pisa, hanno dato via al progetto.
Il suo vino marino si chiama Neos e riproduce le antiche tecniche dell’isola di Chio, utilizzando l’Ansonica un’uva bianca tipica dell’Elba, probabile incrocio di due antiche uve dell’Egeo, il Rhoditis ed il Sideritis, varietà caratterizzate da una buccia molto resistente ed una polpa croccante che ha permesso una lunga permanenza in mare.
Di questo particolare vino ne esistono solo 40 esemplari dell’annata 2018, l’etichetta della bottiglia riprende l’immagine dell’anfora chiota.
Curiosi di assaggiarlo?