Caro amico,
oggi lo sguardo si volge al sud, perché il vino di cui ti voglio parlare viene prodotto su una piccola isola chiama San Pantaleo o isola di Mozia nome della città fenicia di cui ancora oggi si possono ammirare le rovine. Questo piccolo lembo di terra non troppo a largo della costa ovest della Sicilia, oltre ad essere una meta turistica molto ambita per la particolare posizione al centro della laguna dello Stagnone famoso per le suggestive saline, ha una storia legata al vino più famoso della zona, il Marsala.
La storia di Mozia
I primi ad approdare sull’isola furono i Fenici, nell’VIII secolo a.C., che la trasformarono in una fiorente cittadina. Per difendersi dagli attacchi dei nemici. Grazie alla sua particolare e positiva posizione strategica, è sempre stata luogo ideale per lo scambio delle merci. Nel 397 a.C. la città di Mozia venne invasa e distrutta dalle truppe siracusane. Gli abitanti fuggironoe l’isola rimase abbandonata per parecchi secoli. Nell’XI secolo d.C. durante la dominazione Normanna, Mozia fu donata all’abbazia di Santa Maria della Grotta di Marsala, acquisendo il nome di San Pantaleo. Mozia conobbe un periodo di splendore quando, nel 1902, il nobile inglese Joseph Whitaker decise di costruire qui la sua abitazione.
Joseph Whitaker chi era costui?
Fu un archeologo e imprenditore britannico, che agli inizi del novecento divenne proprietario dell’isola, erede di una famiglia arricchita con il commercio del Marsala.
L’interesse di Whitaker andava oltre alla semplice produzione del vino, infatti grazie alla sua passione per l’archeologia, alla ricerca dei resti della civiltà fenicio-punica del Mediterraneo, inizio un lavoro di rinvenimento che adesso si può ammirare nel Museo di Mozia. La fondazione Whitaker fondata 1975, ancora oggi si fa garante per la salvaguardia del patrimonio naturalistico e culturale dell’isola.
Il Grillo diventa il vitigno di Mozia
Un’oasi marina dove un ecosistema di flora e fauna protetta coesistono nella più totale armonia, rendendo Mozia un posto unico. Un territorio vocato alla viticoltura, sia per le particolari caratteristiche del suolo, ricco e salmastro, sia per il microclima.
La laguna circostante genera infatti una sensibile inversione termica durante i mesi più caldi, ciò preserva il corredo aromatico delle uve.
Il Grillo viene introdotto all’inizio del novecento, forse tutti non sanno che questa varietà nasce da l’incrocio di due vitigni autoctoni siciliani il Catarratto e lo Zibbibo (Moscato d’Alessandria), per creare un vitigno semi aromatico, da inserire nell‘assemblaggio per caratterizzare il vino Marsala. Oggi il grillo viene vinificato in pure, dando risultati eccellenti dalla forte impronta territoriale. Un unica cantina ha il permesso di coltivare sull’isola, Tasca d’Almerita per volontà dei proprietari della fondazione.
Enjoy